Ti è mai capitato di non riuscire a dormire? Si? Una seccatura, lo so. No? Da dove arrivi, scusa? Non vorrai dirmi che non hai mai avuto tanti pensieri da rendere impossibile mettere in stand-by il cervello. Non ti credo neanche per un secondo. Sto di nuovo parlando da sola, ovvero, con un ipotetico amico immaginario. A trent’anni posso ancora permettermelo, credo io. Non hai mai avuto un amico immaginario? C’è un limite per questo? La legislazione degli amici immaginari me lo impedisce? Mi ritrovo a chiedere al mio. Interessante. Piove, ma non davvero. Ho cercato su internet: Rimedi per dormire dannazione. E tra i vari suggerimenti c’era il tipico ma mai svalutato: ascoltare suoni rilassanti. Io amo la pioggia, la trovo rilassante. Aggiudicato. Altra soluzione dell’oracolo Google è stata quella di leggere un certo libro intitolato La dannazione di Giuda. Adoro le libere interpretazioni. In realtà mi distrae questa pioggia, sai. Come cercare di meditare, si può davvero riuscire a liberare completamente la propria mente? È una leggenda metropolitana certamente. Concentrarmi e visualizzare il respiro, a questo punto fatemi contare un gregge di pecore con cani da guardia, muli, pastori a cavallo e a piedi connessi e annessi, ma santa pazienza chi le scrive ste cose io non so. Io sono più sveglia di un grillo. Grillo. Perché si dice così, poi? Domani mi informerò. O adesso. Modi di dire, grillo, saltare il grillo: avere voglia di qualcosa. Eh c’ho voglia di dormire, de che c’ho voglia! Basta. Libera questa gabbia di matti che è la tua mente, donna. Tana, liberi tutti. Posso farcela. Di cosa stavo parlando? Certo la pioggia. Mi lascio cullare da un ricordo lontano. Una porta socchiusa che si apre. Delle scale, fili che ondeggiano impazziti, forte odore di tempesta. Cielo blu scuro, nuvole nere, fronde di alberi che si dimenano obbedienti al vento. Agosto. “Che fai lì fuori, zia?” L’essenza della pace. Si gira a guardarmi e c’è un secondo di silenzio, i capelli biondi irradiano luce. Non è un racconto di fantasia. È andata così per davvero. Io lo ricordo sempre così. Un sorriso stanco, mi fa posto vicino a lei. Incerta mi avvicino, io ho paura dei temporali, ma di fianco a lei si sta bene. Sono al sicuro. “Amo la pioggia”, dice espirando una boccata di fumo. Aveva smesso, ricordo. Mi sta parlando ma è come se non fosse qui. Sembra eterea davanti a miei occhi ingenui. Stava meditando forse? Viaggiando lungo chissà quali tempi, quali spazi. Torna da me, le vorrei dire. Ma non appartiene a questo mondo, qui non tornerà. Apro gli occhi. Non posso dormire. La scoperta dell’acqua calda. È buio, solo una luce azzurra artificiale illumina flebile la stanza. Spengo la pioggia, tanto non mi porta quello che desidero. Devo rassegnarmi, immagino. Mi rigiro su un fianco, gli occhi gonfi e asciutti cercano un riparo. Un altro giorno è andato, un altro sta per iniziare. Il mondo continua imperterrito a girare mentre io, sdraiata, aspetto. Mentre lei è lì a guardare la pioggia. Non sembra strano anche a te?
Lisa Galliazzo
Aspirante traduttrice, appassionata di qualsiasi forma d’arte. Esperta sognatrice ad occhi aperti, ho deciso di fare la valigia, girare un po’ il mondo conoscendo persone e continuando a imparare.