Le bain de minuit – Racconto di Enrica Baraldi

Le note languide e struggenti di Blue Moon, meravigliosa canzone del 1935,  ogni volta che mi capita di ascoltarle, riportano la memoria ad una notte  indimenticabile della mia adolescenza, perchè furono la colonna sonora di una serata speciale,  in una villa di campagna intorno a Gorizia, ospiti di un amico di papà.

Durante la guerra nostro padre era stato ufficiale medico  in Istria   e in quel  clima difficile e incerto  aveva stretto alcune amicizie molto forti, che infatti si erano mantenute nel tempo attraverso scambi di lettere e telefonate.  Quella estate aveva deciso di portare tutta la famiglia  “in pellegrinaggio” nei luoghi dove in gioventù aveva trascorso momenti indimenticabili,  per farci conoscere quella parte della sua vita e le persone che gli erano state vicino.

In particolare i compagni di battaglione, Pino e Gustavo e le loro famiglie, con figli molto più grandi di noi, che ci incutevano anche una certa soggezione, ma accoglienti e simpatici, come fossimo anche noi, per la proprietà transitiva, amici di vecchia data.

Dopo una giornata dedicata a girovagare per la città, corredata dai vari aneddoti del papà, alla sera eccoci in auto verso la meta: siamo invitati a cena da Pino, ingegnere che ha avuto successo nella vita e può permettersi il lusso  di una villa con piscina e con il papà ha detto: ”Di’ pure ai ragazzi di portarsi il costume, se vorranno potranno fare il bagno dopo cena!”

Oddio, questa prospettiva per noi è davvero allettante, un fuori programma inatteso e non vediamo l’ora di arrivare,  di finire in fretta la cena, di essere finalmente liberi per poter correre fuori e sperimentare questa meravigliosa novità.

Una corsa  nel giardino e in mezzo al prato ci appare un riquadro di luce tremolante azzurroverde, una piscina tutta per noi, increduli, affascinati e attratti da quel  bagno notturno in una calda notte d’agosto. Togliersi i vestiti, restare seminudi e poi tuffarsi senza indugio in quell’acqua accogliente e tiepida, schizzarsi e fare i matti,  ma senza esagerare,  siamo sempre bravi ragazzini che per buona educazione devono contenere il proprio entusiasmo: sembra tutto un sogno.

In contrasto con il buio della notte,  l’acqua, illuminata dalle lampade incastonate nella piscina, emette  bagliori turchesi e blu, che guizzano magici in ogni direzione a seconda di come ci muoviamo, al ritmo delle nostre bracciate, capriole o tuffi. E sopra di noi, mentre nuotiamo a dorso o facciamo “il morto”, ecco  la meraviglia di un cielo stellato e il chiarore della luna, quella dolce nostalgica luna di Blue Moon, come mai avevamo visto prima.

Eravamo appena adolescenti, ma  già potevamo intravvedere il nostro futuro, non sapevamo bene cosa fare né dove andare,  tutto ancora era possibile e pieno di aspettative.

Quella notte piena di tanta eccitazione  da precludere poi il sonno, per la prima volta   ci ha aperto gli occhi su una vita possibile e chissà se poi saremmo stati all’altezza di quel sogno.

Enrica Baraldi

Da un po’ ho scoperto che scrivere mi fa bene.