Ogni notte ti vedo – Racconto di Isabella Cavicchini

Ogni notte ti vedo.

Sei lì, distesa su quel letto d’ospedale, sfiancata dai tanti esperimenti che hanno fatto su di te, ed io che grido: “Basta! Lasciatela stare, fatela morire in pace!”.

Tu mi guardi, non parli, ma capisco che vuoi dirmi che sei stanca, che non ne puoi più, con gli occhi imploranti mi stai chiedendo di aiutarti a  finire in fretta il tuo calvario.

Mi sento impotente, mamma, cosa posso fare? So’ che vuoi morire, anche prima che l’ictus ti avesse colpito volevi morire, la vita per te non aveva più senso, dicevi che non volevi vedere nessuno , che la gente ti dava fastidio ed io mi arrabbiavo con te ed urlavo :”Ma di noi non te ne frega niente? Siamo le tue figlie e poi ci sono i tuoi nipoti! Perché sei così egoista? ”

Ma tu niente, non ne hai mai voluto sapere, puntavi i piedi e dicevi che eri stanca di vivere e non avevi neppure più lacrime per piangere, volevi solo chiudere gli occhi e non svegliarti mai più.

E ora mi guardi da quel letto di ospedale, dal tuo sudario, hai gli occhi imploranti, mi rivolgi uno sguardo severo, mi fai sentire colpevole perché non ti aiuto a morire.

Il tuo momento è arrivato, come arriva inesorabile per tutti, ma non è stato come volevi tu…

Ogni notte vieni a visitare i miei sogni, mi dici che non è stato come avresti voluto, che sei pentita di “esserti dilapidata la vita”, di non aver vissuto come tutti vivono: nel bene, nel male, con sofferenza, rimpianti dolori ….

Perché le cose che mi dici ora, non me le hai dette prima? Quante volte ho cercato di farti capire che ognuno di noi non è soddisfatto della propria vita, che non si può vivere guardando sempre indietro e rimpiangere di non aver fatto o di non aver detto…

Sai quante volte ho pianto da sola, dopo aver provato in tutti i modi a farti ragionare ed a toglierti di dosso quel male di vivere che ti affliggeva, senza approdare a nessun risultato

A volte ti ho anche odiata perché la mia vita è sempre stata condizionata dalla tua malattia, dal tuo pessimismo, che a poco a poco mi era entrato dentro , nonostante in tutti i modi abbia cercato di respingerlo.

Mamma, non posso più vederti su quel letto di ospedale!

Ora che il Signore ti ha portato via da me gli chiedo di farti trovare la serenità e la pace che non hai mai avuto.

Solo così  potrai regalarla anche a me!