Nessun sorriso stanotte – Di Maddalena Frangioni

Occhi curiosi di bambini si spandono e si ammassano, per fissare e cercare uno spiraglio di luce attraverso le fessure del treno che corre veloce sulle rotaie.

Il buio del vagone penetra nei corpi dei fanciulli spaventandoli.

I bambini sono piccoli, non hanno mai viaggiato prima, hanno però desiderato di salire su un treno, sedersi, udire il fischio del capostazione e, incollati ai finestrini, osservare i prati e gli alberi correre verso di loro.  

Ma che strano viaggio, non ricordano quando i genitori l’hanno organizzato né perché.

Una sorpresa? Una vacanza, chissà?

Il vagone è affollato da bambini di tutte le età.

Pianti, risa e voci argentine si mescolano alle scosse del treno che li fanno traballare e cadere e rialzare per poi tornare per terra.

Il buio è totale. I bambini hanno paura.

Aspettano che la luce si accenda…

È vero, anche a casa si spegneva la luce, per giocare a.nascondino, .ma subito dopo la stanza si illuminava e il vincitore riceveva l’applauso.

Perché nel vagone la luce tarda a venire?

Il treno corre senza fermarsi avvolto dalle ombre del buio e dal sibilo sinistro del vento,che risuona attraverso le assi di legno del pavimento, malamente inchiodate.

Gli occhi sono puntati lontano  nella speranza di un cono di luce che metta fine al buio .insistente.

Nessuno parla, né scherza, né ride.

All’improvviso una assordante e brusca frenata del treno sulle rotaie crea un grande scompiglio.

I bambini, gettati per terra dallo scossone, pensano che il gioco stia per finire.  

Una livida luce biancastra puntata sui loro volti li accoglie e li invita a saltare sui binari innevati.

Il buio punge i loro corpi con aghi di ghiaccio.

E’ notte fonda, i bambini in silenzio aspettano un cenno che metta fine a quel gioco pericoloso.

Nessuna voce rassicurante.  

Soldati, dai lunghi stivali allungano i loro fucili.

Nessuna luce, né gioco,

La notte più nera  cancella per sempre il sorriso.