SOGNI PREMONITORI – Racconto di Titti Mendoza Horner

                   ( Da un’intervista di Titti Mendoza a Franca)

Da dove viene il convincimento che la vita che conduciamo di giorno sia più vera e più reale della nostra vita onirica?… Chi ci autorizza a dire che si tratti soltanto di sogni? Credo che ogni esperienza che fa la coscienza è sempre vera, sia che la si chiami realtà, sogno o fantasia, ma quanto fossero stati veri i famosi “sogni premonitori”, me lo chiedevo spesso e in particolar modo, proprio ora che finalmente mi trovavo ad ascoltare la storia di Franca.

E’ risaputo che da sempre,in tutte le culture, anche in quelle religiose, si parli dei famosi sogni premonitori i quali, vengono interpretati come messaggi divini o intuizioni di eventi che devono ancora accadere.

Le spiegazioni scientifiche e le teorie in proposito sono moltissime, tra le tante, alcune parlano di entità “divine” che inducono l’individuo a sognare determinati eventi futuri,quasi sempre al fine di avvertire e quindi a far evitare, alcune esperienze che potrebbero rivelarsi spiacevoli.

Quindi, quando mi parlarono del caso di Franca, anche se un po’ dubbiosa pensai che non avrei avuto occasione migliore di questa, per accertarmi sulla validità dell’evento, magari dopo, avrei potuto finalmente comprendere quanto di vero ci potesse essere in questo fenomeno di preveggenza onirica.

Il racconto di Franca cominciò così:

“Mi occorreva un’auto, ma non avevo la disponibilità finanziaria per acquistarne una nuova.

Devo dire di essere stata proprio fortunata, giacché trovai una buona occasione corredata anche da quattro gomme da neve quasi nuove.
Ad Airolo (Svizzera), dove abito, le gomme da neve sono di vitale importanza in quanto si usano quasi tutto l’anno. Il paesaggio di Airolo è molto suggestivo, circondato da vette montagnose perennemente imbiancate. A pensare che questa vista un giorno mi caricava d’energie. Purtroppo oggi, appena il lavoro lo consente, mi allontano, vado a ricaricarmi alla vista di differenti paesaggi che non rievochino il ricordo della morte del mio unico ed insostituibile figlio.

Curzio era un ragazzo pieno di vitalità ed energia, pronto ad aiutare tutti, indistintamente e con amore. Fisico atletico e sportivo, si distingueva per la passione degli sport di montagna.
( Franca parlando delle montagne, si ricordò cosa disse Papa Wojtyla in merito alla montagna).

Come risaputo, Papa Wojtyla adorava la montagna, tanto che una volta ebbe a paragonarla allo Spirito. Lui diceva che questa rappresenta simbolicamente l’evoluzione spirituale. Il significato calza proprio a pennello, perchè è vero che più si sale e maggiore diventa la distanza dai piani della materia sottostanti, più si avanza e più le visuali spaziano, si ampliano, le cime si stagliano nel cielo come candide guglie di cattedrale e fanno da richiamo, invitando a raggiungerle e più ci si avvicina ai traguardi, più si avverte la vicinanza a Dio.

Poi con aria triste aggiunse, mi sono sempre chiesta: “E’ stata questa la sensazione che Curzio ha provato nell’ultimo instante, mentre il suo Spirito volava a Dio?”
Certo è che mentre Curzio saliva a Dio, io sprofondavo nell’inferno del dolore più straziante per una madre.
Franca racconta l’accaduto a distanza di cinque anni, con uguale identica emozione, mentre i suoi bellissimi occhi verdi non riescono ancora a trattenere cocenti lacrime. Poi si ricompone per riprendere il racconto.
” Fu per portare un cambiamento alla mia vita solitaria, se ogni anno mi recavo in vacanza nell’accogliente e distensiva Toscana. Quella volta per il viaggio, decisi di guidare la mia vecchia auto d’occasione, munita delle uniche quattro gomme che avevo, quelle da neve ! E’ risaputo che su strade prive di ghiaccio e neve, queste non abbiano la giusta aderenza, però sfidai la buona sorte e partii.

La notte precedente, ero un po’ ansiosa a causa dei preparativi per il viaggio e stentavo a prendere sonno; poi finalmente mi addormentai e sognai di stare alla guida sull’autostrada. All’improvviso, avvertivo uno spaventoso scoppio e, nella mia più completa disperazione, mi rendevo conto d’aver bucato una delle mie vecchie gomme da neve…..

L’indomani mattina pensai al sogno e l’attribuii al mio stato d’animo ansioso, a causa dei preparativi per la partenza e mi rasserenai.

Finalmente di buon ora, caricai i bagagli ed intrapresi il viaggio.

Guidai per un bel tratto in autostrada, poi feci un “mea culpa” e, pensando al sogno, mi resi conto che forse era proprio da incoscienti viaggiare a quella velocità nel traffico, con la possibilità che le gomme potessero mettere in pericolo non solo me, ma coinvolgere anche altri e quindi, svoltai alla prima uscita per immettermi sulla strada statale Nr. 44 per Roma.

All’altezza della Val Dorcia, quando pensavo che tutto stesse procedendo per il meglio, le mie gomme da neve invece mi tradirono, facendomi scivolare in una scarpata ai lati della strada.
Avevo planato su di un campo coltivato a porri, ma per fortuna né la vecchia auto né io riportammo gravi danni, ma i poveri porri si….

Per questo, appena provveduto a chiamare il soccorso stradale mi proposi di raggiungere la casa del contadino, non molto distante, per risarcirgli i danni.
La strada statale quel pomeriggio d’estate era deserta, ma all’improvviso sentii alle mie spalle un vociare allegro e ancora oggi mi chiedo da dove diamine fossero sbucati quei quattro giovani.

Notai subito che questi ragazzi erano vestiti con l’identico stile che usava Curzio: blue jeans e camicia scozzese. Sentii un tonfo al cuore e, per un attimo, ebbi l’impressione di ritrovare mio figlio tra loro, ma poi lasciai la fantasia per tornare alla realtà del momento e mi feci forza per ascoltare invece, quello che i ragazzi mi dicevano:
” Signora stia tranquilla, non si preoccupi, si lasci aiutare !”.


Grazie alla loro giovane forza, in men che non si dica, l’auto fu rimessa su strada. Mentre riconoscente cercavo nella borsa un piccolo compenso in danaro da dare ai volenterosi soccorritori, nel voltarmi per ringraziarli, non li vidi più, in un attimo, sulla Strada Statale ancora deserta, i divini aiutanti erano svaniti nel nulla, si erano letteralmente volatilizzati !
E’ difficile trasmettere ciò che si prova in quei momenti: sorpresa, paura, incredulità, anche se la certezza d’aver vissuto una realtà trascendente mi esplose nel cuore. Non ero diventata matta: l’auto non era più nella scarpata, ma li, parcheggiata sulla strada, i porri erano schiacciati, l’incidente era palesemente accaduto e allora ?
Allora non mi restava che pensare d’aver ricevuto veramente un regalo da aiutatori divini, al fine di lenire la sofferenza dei dubbi che la disperazione m’infondeva da anni.

Col cuore gonfio di gratitudine e commozione, dopo aver fatto il mio dovere nel risarcire i danni per la distruzione dei porri al contadino, e nel disdire il soccorso stradale, ripresi il mio viaggio.

Ma la cosa più eclatante accadde nell’ascoltare le notizie alla radio in macchina: dicevano che proprio sull’autostrada che stavo percorrendo all’inizio del mio viaggio, poco dopo lo svincolo dove era uscita per prendere la statale Nr.44 per Roma, si era verificato un gravissimo incidente: lo scoppio di una gomma di un camion cisterna, aveva causato una catastrofe, con relativi tamponamenti a catena, incendi, morti e feriti.

Strano, proprio come nel mio sogno, si era verificato realmente lo scoppio di una gomma d’auto sull’autostrada…. ma non era quella mia !

Allora, fui maggiormente convinta che quel sogno premonitore potesse essere stato un segno di Curzio, al fine di dimostrare di essermi vicino, evitandomi d’attraversare quel tratto di autostrada:in quella data ora di quel dato giorno !

Ricollegai istantaneamente il mio pensiero a quella sensazione del tonfo al cuore provata alla vista dei ragazzi apparsi e scomparsi nel nulla sulla strada statale, così ebbi una conferma veritiera: Curzio, in altre sembianze, doveva proprio essere stato uno di quei “Quattro Angeli in blue Jeans !”

Nell’ascoltare l’incredibile storia di Franca e relativo epilogo, fui estremamente commossa e spero che nel leggerla, questa commozione abbia potuto giungere anche ai vostri cuori .

Ora sono convinta che i sogni premonitori, spesso possono aiutarci a deviare il corso del destino, ma soprattutto a dimostrare che i nostri cari o entità celesti ci proteggono,  parlando attraverso quelle che definiamo superficialmente: “coincidenze o casi”. A noi, non rimane altro che mettere attenzione ai dettagli, con la dovuta importanza. Quando non si conoscono le perfette leggi divine ed universali che regolano le nostre esistenze: tutto è possibile !

Titti Mendoza Horner

Compositrice musicale, poetessa e scultrice. Ricercatrice e studiosa di tematiche metafisiche. Docente di Numerologia, scienza dei numeri nel contesto evolutivo e karmico dell’individuo. Ha organizzato e partecipato come relatrice, a diversi Convegni internazionali ed a programmi radiofonici e televisivi, sulle tematiche del paranormale. Ha vissuto molti anni all’estero: Giappone, Filippine, Turchia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, prima di trasferirsi definitivamente a Lugano, Svizzera, dove ha svolto per 18 anni l’attività di Presidente del: “ Centro Studi e Ricerche di Metapsichica ”. Ha collaborato al trimestrale – IRIDE – giornale di cultura, attualità e scienze dell’anima, pubblicando nozioni riguardanti la “Transcomunicazione” ”, campo di ricerche e sperimentazioni che la vede particolarmente coinvolta da vari anni.

Nel sito: www.Anziani.it scrive da più di 10 anni nel Forum “Parliamo di…” da lei creato, dal titolo: “Argomenti interessanti” .