Trump – Racconto di Roma Francesco

Strana notte, questa notte. E’ la notte in cui Trump diventerà nuovo presidente degli Stati Uniti ed a me viene in mente un avvenimento, un fatto che non c’entra niente, con l’America. O forse si. Un discorso sull’amicizia che avevo cercato di fare a mia moglie, ma che non sono riuscito a far passare come avrei voluto. Le mie parole erano state più o meno queste:
E’ strano come certe cose le comprendi davvero quando le perdi. Avevamo appena finito di mangiare nell’agriturismo “l’Alberaccio” con il gruppo di vecchi compagni di scuola del corso Professionale, l’anno prima di conoscerti, quando viene fuori che Alberico Luigi è morto. Eravamo tutti troppo allegri per una notizia così triste, e lui non era troppo amato. Forse era venuto uno o due volte al nostro incontro annuale, che durava ormai da almeno 5 lustri, ed era quello che si divertiva di meno. Isolato come a scuola, che per un breve periodo avevo avuto come compagno di banco. Ed a me era tornato alla mente un episodio che avevo cancellato. Avevamo circa dieci anni ed eravamo entrati in edicola insieme, mentre lui osservava qualcosa alla parete io, avvicinatomi ai fumetti che sono sempre stati la mia grande passione, facevo una cosa che non avevo mai fatto, ne rubavo uno. E mentre stavo per uscire rosso in volto, lo sento dire alla signora edicolante qualcosa. Questa mi blocca e, con fare molto deciso, mi strappa il giornaletto dalla tasca. Mi aveva tradito. Mi sono dovuto mettere in ginocchio davanti ai presenti e chiedere scusa, se volevo che questa cosa non fosse stata detta ai miei genitori. Ricordo di averlo affrontato il giorno dopo per regolare l’onta subita e lui, con tono sicuro “Così non lo farai più”. Non ricordo cosa successe dopo, però sono sicuro che nessun altro mi ha dimostrato la sua amicizia in modo così profondo. E forse non glie l’ho mai detto. E davvero non ho mai più rubato. Mia moglie ha solo sorriso, e poi abbiamo parlato d’altro.