IL RAGGIO DI LUNA E LO SPIRITO DELLA FORESTA – Racconto di Graziella Tognetti
Nella valle brilla la pallida luna. I suoi raggi aprono un cammino tra il verde fogliame degli alberi che, durante la notte diventano scuri nella profondità della foresta tropicale, dove la luce non arriva. Si muovono figure notturne.
Le liane, avvinghiate agli alberi con le felci, sembrano grandi mani voltate verso il cielo.
Le radici, tra le pietre che compongono la montagna, si assomigliano ad antiche rovine di palazzi. Un grande albero caduto sembra una colonna spezzata.
Tra queste gigantesche e spaventose rovine, un serpente ritorna alla sua tana, mentre alcune scimmie cercano un luogo sicuro per il riposo notturno.
Si ode il pigolio degli uccelli augurandosi la buona notte.
Un raggio di luna, nella radura, accarezzando delicatamente il muschio bagnato di rugiada, della foresta tropicale, morbido tappeto per gli abitanti di questo lembo di terra, domanda allo Spirito della Foresta:
– Dimmi, dove sono gli antichi abitanti di questi luoghi? Raccontami di loro.
Ti ricordi dell’ loro aspetto?
Lo Spirito della Foresta con un grande sospiro ricorda.
– Sono molto vecchio ma, nella mia memoria ho ricordi del passato di questi luoghi. Le creature che qui abitavano erano Uomini. Forti guerrieri che non
temevano né la lotta né la morte. La vita si dipanava libera in villaggi chiamati tabas. Camminavano attraverso i sentieri della foresta e cacciavano per il loro sostento. I limpidi fiumi, non inquinati, servivano a calmare la sete, e i pesci che in essi nuotavano erano il loro gustoso alimento.
Un giorno, in lontananza, apparve una vela bianca. Furono giorni strani e tristi.
Incominciò la disgrazia di questo popolo.
Il loro aspetto mi é vago dopo tanti secoli, ma la loro razza mi é rimasta impressa nella memoria, come quelli della vela bianca.
Erano chiamati indios guaranì dagli uomini della grande barca.-
Il raggio di luna, soddisfatta la sua curiosità, ritornò al grande disco luminoso nel cielo, mentre lo Spirito della Foresta cercava di ricordare le vecchie nenie.
di quel popolo, ma inutilmente. Niente gli affiorava alla memoria. Era passato troppo tempo.
Decise riposarsi sul verde tappeto di muschio domandandosi se gli uomini che abitavano intorno alla foresta, nelle scintillanti città, un giorno sarebbero arrivati anche lì, mettendo fine al dolce mormorio dell’acqua del ruscello che gli conciliava il sonno.
Graziella Tognetti
Laureata in Economia è autrice di due libri in lingua portoghese di cui uno tradotto in italiano: Il mondo di Flic e amici (2016) di cui ha curato i disegni.