E’ notte fonda, sto bene, sto sognando. Più il tempo passa più mi rendo conto che la notte è diventata il fulcro della mia vita e mentre il giorno si dipana tra le piccole cose quotidiane in modo monotono e ripetitivo, è nella notte che tutto prende forma e si ricompone.
L’ attività onirica placa l’ansia del giorno. Da sveglia quando ripenso ai sogni della notte mi rendo conto di come la mente si diverta a creare sogni e a mutarli senza nessun ordine come in un gioco folle.
Rivedo la casa della mia infanzia con le grandi stanze che si aprono una dopo l‘altra come in un valzer lento. Nel giardino pieno di fiori cerco mia madre. La casa sembra vuota. All’improvviso compare la zia che mi invita in cucina per una tazza di tè. Cerco di abbracciarla mi sfugge. La casa è lontana e mentre l’immagine si dissolve scorgo volti ridenti di bambini che avanzano accompagnati dai genitori per una recita. Vedo un teatro pieno di gente che applaude. Mi unisco a loro, ma quando sto per entrare mi ritrovo da sola a vagare per le vie cittadine. A un tratto scorgo una macchina. Osservo. Un uomo scende e sembra venirmi incontro. Non capisco. Aspetto. Guardo meglio, è lui, l’uomo che ho amato per tutta la vita. Sorride, gli vado incontro, mi sfugge. Scompare. Una tristezza indicibile mi assale. Là in fondo alla strada davanti alla casa il mio cane bianco scodinzola e mi viene incontro, ritrovo la gioia. Entro in casa la mia amica del cuore mi aspetta, mi siedo a tavola con lei, ci raccontiamo i nostri affanni, le nostre speranze.
Sto bene, sono davvero felice.
Ma che succede, un raggio di sole penetrato dal vetro mi sveglia, mi scuote quasi con arroganza.
Apro gli occhi sono sola, nessuna amica, nessun cane ai piedi del letto, nessuna telefonata in arrivo, nessuna tazza di tè pronta in cucina. Capisco ho sognato. Tutte quelle immagini che ho appena intravisto sono solo il frutto della mia fantasia. Non importa, chiudo bene la tapparella, oggi ho deciso di stare al buio nel mio letto. Voglio dormire e sono grata alla notte per i bei sogni che mi ha regalato.
Da quando sono molto vecchia il giorno non mi interessa più, è scialbo e monotono come la mia vita, la notte invece riesce ancora a sorprendermi con la fantasia e imprevedibilità dei sogni sempre diversi. All’oscurità della notte affido ciò che rimane della mia esistenza, la luce del nuovo giorno può aspettare.