TRASLOCARE E` UN PO’ COME MORIRE – Racconto di Titti Mendoza Horner
Esiste un attinenza tra le sensazioni e le emozioni provate in occasione di un trasloco e l’esperienza affrontata nel trapasso? Bene, questa è stata la domanda che mi son posta andando a letto dopo una rinfrescante doccia per togliermi di dosso la polvere degli scatoloni da incollare e riempire con gli oggetti presi stanza per stanza. Si, avete capito bene: ero nel bel mezzo di un trasloco e cercavo ancora di chiedermi a cosa potessero somigliare le emozioni del distacco, della separazione da quella casa, dalle abitudini giornaliere, dal passato trascorso che avrei sperimentato nel lasciarla di li a breve .
Una ricerca scientifica fatta in America, ha catalogato le esperienze più dolorosi per un essere umano, beh, forse non ci crederete, ma lo shock più doloroso, il numero uno nella lista dei traumi è proprio: il trasloco ! Addirittura più forte del dolore per la perdita di una persona cara.
Il ricordo di quel risultato, purtroppo risvegliò i miei neuroni mezzo addormentati dalla stanchezza, facendomi avventurare in una profonda ricerca mentale. Cominciai a pensare quali esempi avrei avuto a mia disposizione per indagare i motivi di quella statistica americana che in quel momento mi toccava tanto da vicino e vedere, a maggior ragione, quale attinenza con le mie emozioni del momento, il trasloco potesse avere su di me insomma, quale similitudine ancor più gravi, avesse con il trapasso in un’altra dimensione.
Di sicuro un trasloco, come il trapasso, ci portano da una dimensione all’altra, ad esempio: se prima si abitava in campagna, ci si ritrova a vivere in città o viceversa. Se si abitava nel sud ci si può decidere di traslocare al centro o nel nord o il contrario, e così via, fino a cambiare, in alcuni casi, anche nazione, usi, costumi, lingua e cultura.
Ora consideriamo la stessa cosa nella prospettiva della morte. Sappiamo che la morte giunge per tutti nel preciso istante in cui il destino la stabilisce, oppure, farla in barba al destino e anticiparla, perché si è deciso di farla finita, suicidandosi.
Bene, la stessa cosa accade per il trasloco: o ci muoviamo, perché il destino ha deciso per noi e siamo costretti spostarci oppure perché ce ne andiamo volontariamente, in quanto stanchi di quella casa, di quel luogo, di quella situazione.
Ad esempio, una volta saputa la notizia dello sfratto da parte dei padroni di casa o, (se proprietari), si è deciso di vendere la casa, allora si comincia a prendere coscienza di quello che comporterà quel drastico distacco dalle radici: dalle cose, dai luoghi o dalle persone.
Medesima cosa accade alla notizia della nostra probabile morte a causa di una grave malattia: si comincia a pensare come superare quella crisi che, per alcuni, rassegnandosi all’evento, sarà un processo facile, mentre per altri, più attaccati di piú alla vita, una vera propria tragica sofferenza.
In occasione di un trasloco, finalmente si prende anche coscienza delle molte cose inutili accumulate negli anni, (tante, troppe !) e di quanto sia necessario liberarsene per viaggiare più leggeri.
Così, si cominciano a scegliere le cose di cui sbarazzarsi senza pietà: oggetti di poco conto che hanno solo occupato spazio e accumulato polvere e, allo stesso tempo, si distinguono le cose che effettivamente sono state e sono ancora per noi preziose e di profondo valore affettivo.
Pare che questo sia proprio quello che accada quando si è vicini alla morte o subito dopo il trapasso. Velocemente l’inventario di tutta l’esistenza ci appare con immagini ed emozioni connesse. E allora che ci si rende conto di come si è sprecata la vita, dando importanza alle cose inutili, superficiali e di poco conto e quanto invece, si siano trascurate le cose più essenziali, quelle con un vero valore umano.
Durante il trasloco quando presi dalla stanchezza nel decidere cosa impacchettare o cosa buttare via, sepolti tra file di cartoni già confezionati e pronti, quelli vuoti da riempire, giornali da usare per avvolgere e salvaguardare gli oggetti più fragili, scatole e scatolette per mettere le varie cose più preziose da trasportare personalmente a mano, tra copiosi sudori e dolori sparsi su ossa e muscoli, tra la fame e il rifiuto di mettersi in cucina a spadellare per preparare cena o pranzo, tra la voglia di ricevere un massaggio risanatore o il desiderio di un letto su cui sdraiarsi e riposare nelle rilassanti braccia di Morfeo, un proponimento sorge spontaneo: “ basta! Non ne posso più ! Da oggi in poi butterò tutto ciò che è inutile per crearmi in futuro, un rilassante ambiente Zen….
Poche cose essenziali per vivere decentemente, facili da tenere in ordine e pulire, giurando a se stessi consapevolmente, di rinunciare per sempre ad accumulare pesanti fardelli da trasportare.
Pare che la stessa consapevolezza accada a chi sta per trapassare nell’altra dimensione: ”Quante emozioni, quante preoccupazioni, quanti fardelli ritenuti importanti si sono trascinati dietro nella vita, quanto stress, quanto nervosismo, quanta cecità nel riconoscere i reali interessi esistenziali e i loro valori, quante volte si è rimandato di fare qualcosa, pensando di essere eterni o quante volte abbiamo perso l’occasione di dire alle persone care un semplice : “ti voglio bene” ritenendola una cosa scontata e ridicola.
Dio, quanti pensieri sterili e inutili, ( proprio come gli oggetti accumulati nella vita terrena), hanno affollato la mente, rendendola una discarica di negative emozioni e quanto poco tempo abbiamo invece dedicato al riposo mentale e fisico e alla presa di coscienza di vivere in un Mondo meraviglioso. Quanto abbiamo dimenticato o trascurato di osservare la potenza delle natura nelle sue manifestazioni e le loro bellezze, quanto un animale possa insegnarci della fedeltà e dell’amore incondizionato e quanto un semplice abbraccio di due corpi, sia un’esplosione positiva di vibrazione sublime.
Ben venga allora il risveglio della coscienza, ma per piacere, non aspettiamo di essere vicini al trapasso per fare un salutare “mea culpa” e migliorare noi stessi. Per quanto possibile, cerchiamo di creare già in questa vita, l’armonia l’amore e la pace concessaci nell’altra.
Si, abbiamo l’abitudine di accumulare troppe cose, tanti pensieri, tante emozioni è la mania dell’accumolo…. è lo stesso errore che facciamo anche nel preparare le valige per un viaggio. Si mette sempre troppa roba che puntualmente, non verrà usata la quale, a sua volta, si assommerà agli altri oggetti acquistati in vacanza, destinati poi a riempire altri spazi impensabili in casa. Abitazioni che diventano sempre più piccole per le proprie esigenze…. Cantine, soffitti e stanzini ripostiglio, armadi che traboccano di cose che non ricordiamo neanche più d’avere e magari le ricompriamo……
Ma ritornando al soggetto trasloco, una volta giunti alla nuova casa, nel luogo prescelto, bisognerà adattarsi alle situazioni sconosciute che s’incontreranno. Nuove strade da imparare a percorrere, vedere dove sono situati negozi, uffici e mezzi di trasporto, abituarsi ad un differente clima, ad altri vicini di casa e così via. Durante questo periodo di sistemazione, tutta la concentrazione sarà esclusivamente indirizzata verso l’adattamento di se stessi nel nuovo luogo, di conseguenza le telefonate, gli scritti, la comunicazione con altri in generale, si diraderà, per essere presenti solo alle urgenze del momento, per adeguarsi alla nuova situazione.
Chi ha sperimentato la morte apparente, (NDE), afferma che nell’altra dimensione si è tanto assorbiti dalle novità che si sperimentano, al punto di vedere e considerare con distacco totale, tutto ciò che si è appena lasciato sulla Terra. Alcuni studiosi hanno definito questo stato come un momento di riposo necessario allo spirito, al fine di prendere coscienza del nuovo stato.
Avviene anche una severa auto/analisi di ciò che si è fatto e di quanto si poteva fare o di quanto si è trascurato di comprendere. Dicono, che si riveda tutta la propria vita in un attimo, fermandosi, come si fa con la moviola, sui punti salienti delle esperienze vissute, per meglio analizzarle e comprenderle.
Ancora una volta c’è molta similitudine tra le sensazioni vissute nel nuovo luogo di trasferimento terreno e quelle sperimentate nell’altra dimensione.
Passata la tempesta dei cambiamenti terreni, il clima diventa più chiaro e più sereno. Nella nuova casa gli oggetti riprendono il loro posto logico. Termina la guerra con i cartoni a caccia di oggetti per trovare il tale vestito o paio di scarpe, le posate, lo spazzolino da denti e così via . Ora la vita nuova riprende il suo corso con ordine, inclusa la comunicazione con gli amici del passato e con le nuove conoscenze del luogo, si ha più tempo per dedicarsi alle telefonate con i propri cari lontani e, trascorso e superato lo shock iniziale della metamorfosi, finalmente se ne comprende il logico fine.
Si dice che la stessa cosa accada nell’altra dimensione; una volta superato lo shock del nuovo stato, privi dell’auto riconoscimento dell’immagine corporea, si riconosca la propria vera e unica identità spirituale, se ne percepisce l’epilogo ed il cambiamento e benvenuto !
Intanto, sulla terra, con il nostro trasloco, chi è rimasto nel luogo della nostra vecchia casa, passando e non vedendoci più, sentirà un colpo al cuore, una profonda malinconia ricordando le belle cenette e le risate per i racconti del viaggio in Francia, quanti ricordi ! Qualcun altro nel frattempo, in quella casa, avrà preso il nostro posto, ma per loro, i nostri amici, noi siamo rimasti insostituibili ed unici. Sanno che viviamo in un altro luogo e che magari siamo anche più felici di dove eravamo, ma per egoismo avrebbero preferito tenerci ancora vicini, li, nella vecchia casa.
Puntualmente, arriverà la rassegnazione, si consoleranno al pensiero che almeno potranno contattarci e che un giorno, prima o poi, potranno venire senz’altro a trovarci e scoprire che la vita continua, deve continuare per tutti.
Ditemi, non trovate anche in questo caso un’attinenza tra: “il Trasloco e l’altra Dimensione ? Noi sappiamo che possiamo contattare i nostri cari nell’altra dimensione, attraverso quello che la religione chiama: “Comunione dei Santi” la comunione con gli spiriti che vogliamo bene non ha mai fine, basta pensarli per contattarli, anche se a volte potrà sembrare frutto della nostra fantasia. Nonostante ciò, egoisticamente, anche sapendo che stanno in un mondo migliore di pace e di amore, vorremmo egoisticamente che stessero ancora con noi, qui nel girone infernale dei crucci terreni…..
Consoliamoci quindi, pensando che un giorno, anche noi partiremo per quel viaggio per quel trasloco…. e che li ritroveremo di certo e insieme scopriremo che la vita non è mai finita con la morte.
In fondo, ragionando in modo scientifico sull’evento, possiamo comprendere perchè la morte non esista. Nella metamorfosi si cambia soltanto stato: ci si libera dalla carne, come la farfalla si libera dal bozzolo ( della vecchia casa), per continuare ad esistere e vivere più liberi e sereni nella nuova casa, quella dello stato spirituale. La stessa Fisica Quantistica conferma la nostra sopravvivenza: noi siamo energia e l’energia non si crea né si distrugge ma si trasforma, passando tra una forma ad un’altra. Magari chi è in sovrappeso in questa vita, spererà che l’altra forma possa essere quella ideale… ma questo corpo, come sappiamo, polvere era e polvere restituirà al pianeta Terra. Chissà dopo, quale sembianze avrà la nostra coscienza, la nostra anima , ma senz’altro dopo tutte le lezioni di vita ricevute su questo pianeta Terra, magari farà il trasloco sul pianeta Venere, dove dovrebbe incontrare solo l’amore eterno….
Queste sono state le mie le mie personali osservazioni durante il cambiamento del trasloco. Devo dire che mi son servite per acquisire più consapevolezza e meditare su molte cose che, prima dell’evento, sembravano prive di tanta saggezza e, quelle ore di sonno perse, hanno improvvisamente assunto il loro umano valore. Grata ai neuroni che mi hanno tenuta sveglia nel percorrere questo viaggio virtuale, ho visto spuntare l’alba di un nuovo giorno e il lavoro d’impacchettamento dopo, mi è sembrato più logico perchè mi ha insegnato che la staticità ci rende morti anche se ancora in vita e che é solo nel cambiamento che si facilita l’evoluzione della coscienza e dello Spirito.
Titti Mendoza Horner
Compositrice musicale, poetessa e scultrice. Ricercatrice e studiosa di tematiche metafisiche. Docente di Numerologia, scienza dei numeri nel contesto evolutivo e karmico dell’individuo. Ha organizzato e partecipato come relatrice, a diversi Convegni internazionali ed a programmi radiofonici e televisivi, sulle tematiche del paranormale. Ha vissuto molti anni all’estero: Giappone, Filippine, Turchia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, prima di trasferirsi definitivamente a Lugano, Svizzera, dove ha svolto per 18 anni l’attività di Presidente del: “ Centro Studi e Ricerche di Metapsichica ”. Ha collaborato al trimestrale – IRIDE – giornale di cultura, attualità e scienze dell’anima, pubblicando nozioni riguardanti la “Transcomunicazione” ”, campo di ricerche e sperimentazioni che la vede particolarmente coinvolta da vari anni.
Nel sito: www.Anziani.it scrive da 10 anni nel Forum “Parliamo di…” da lei creato, dal titolo: “Argomenti interessanti” .