Diana, Dea della luce e dell’amore – Racconto di Angelo Bindi
Soffro di insonnia e odio le pasticche che poi rimango in bambola per tutta la mattina così la notte, fra un risveglio e l’altro penso ai sogni e a fatti accaduti e scrivo, ma il quaderno che tengo nel cassetto del comodino non c’è un foglio bianco, allora mi alzo dal letto e scendo nel mio locale in cantina, mi siedo alla scrivania, apro il libro a caso e ricopio sul computer due pagine di un fatto che avevo scritto circa un mese fa, ma non ricordo se era stato solo un sogno o un sogno veramente accaduto.
In quel periodo soffrivo di un dolore al basso ventre e non cera medicina da alleviarlo. Il mio medico curante, m’aveva consigliato di consultare il noto urologo Della Diana Lorenzo a Milano, che mi avrebbe siringato qualche goccia di sangue al basso ventre analizzandolo all’istante per scoprire le cause del disturbo.
E’ di pomeriggio inoltrato quando trovo lo studio del dottore situato in un grande palazzo con facciate di vetro, il sole sta sopra le cime degli alberi e si riflette sulle targhette del citofono, i nomi appaiono strani e confusi, finché l’occhio mi cade su quello che mi sembra del dottore Diana Lorenzo, schiaccio il pulsante, e una voce di donna alquanto gentile, dice di salire al terzo piano corridoio a sinistra. Un po’ emozionato per il sangue che vederlo uscire mi fa impressione, salgo al terzo piano, percorro un lungo corridoio dove si affacciano porte di colore verde tutte uguali e in una socchiusa, vedo una donna che spia. All’improvviso la porta si apre e rimango lì impalato a bocca aperta, senza dire una sola parola o fare un passo per andare avanti o indietro, penso di avere sbagliato porta, ma l’attrazione di lei modellata da madre natura come una ninfa senza veli è troppo forte. Di certo non era l’infermiera e nemmeno la dottoressa. Con un cenno della mano e un dolce sorriso sulle labbra rosse, mi invita ad entrare. La porta alle spalle si chiude, la seguo in un’altra stanza, mi si avvicina e sento che è fresca come la brezza del mattino, fragrante come una rosa sbocciata per caso vicino ad un vecchio tronco come sono io. Una giovane donna così bella e graziosa con indosso solo il reggiseno trasparente e un invisibile intimo, da vicino non l‘avevo mai vista e neanche mai toccata ed è lì, solo e tutta per me. Ad un tratto le sue labbra umide e calde si posano sulla mia bocca e una sua mano scivola dolcemente giù per mio basso ventre e poi … e poi … niente, non ricordo altro.
Tutto scombussolato esco dal palazzo a sera inoltrata e dopo varie ricerche trovo la mia macchina parcheggiata nella grande piazza antistante, salgo e tutto agitato faccio ritorno a casa sbagliando diverse volte strada. Appena rincasato vado in bagno e con mio grande stupore il dolore al basso ventre si è alleviato ed espello il liquido normalmente. Di fretta vado a letto senza cenare e cerco di addormentarmi per sognare il finale di quel meraviglioso sogno. Per brevi momenti sogno tutt’altro e da sveglio continuo a domandarmi, “ Sarà stato solo un sogno o un sogno veramente accadutomi” . Alle prime luci dell’alba, estasiato e attratto da quella giovane donna che ieri mi offriva amore rimango ad occhi chiusi fra il tepore delle coperte a pensare cose meravigliose. Finché leggeri passi e il rumore di una imposta che si apre dando luce alla stanza apro gli occhi, allungo i piedi giù dal letto, infilo le pantofole, ma ancora non mi alzo. Il cuore mi pulsa simile a quello di un giovanotto ai primi pensieri d’amore. Le mani mi coprono il viso per nascondere il rossore che mi avvampa sulle guance. Sono contento ma turbato, la felicità che provo a ripassare quei bellissimi momenti non la posso condividere con nessun altro, la devo tenere nascosta come fosse un gogna. Col timore che i miei occhi palesano il motivo del mio turbamento, a capo chino attraverso la sala per andare in bagno e mentre espello il liquido il dolore al basso ventre è completamente sparito.
Sono ormai mattine che mi gongolo fra questi bellissimi pensieri d’amore per quella meravigliosa donna della porta socchiusa, ma dopo avere rinfrescato la faccia e sto per farmi la barba, lo specchio riflette quel che veramente sono: un uomo nel pieno della terza età alla soglia dei settanta anni, un vecchio rimbambito che sta perdendo la testa, ad inseguire un sogno d’amore a lui proibito.
Ad un tratto sento salire dal cuore una voce che dice. “Un cuore che sogna come tutti gli altri, che palpita all’amore come tutti gli altri, non può essere vecchio, e non ha il timore ad inseguire i suoi sogni, perché una volta raggiunti sa di meritarseli. Nessun cuore ha provato sofferenza nel raggiungerli.
Dopo avere riflettuto a lungo, decido di assecondare il mio cuore, tanto nessuno sa del mio sogno e neanche della passione che tengo per quella giovane donna. Senza più alcun indugio vado in quella piazza. Il sole sta calando nascondendosi dietro le case, il citofono è in ombra e le targhette si leggono bene. Nel basso, c’è quella del dottor Diana Lorenzo, e non molto distante quella di Diana Lorena. Ora mi è tutto chiaro ed emozionato più di quel giorno del prelievo del sangue, schiaccio il pulsante e una voce dolce e gentile dice. “Ciao amore, sono Diana ti aspetto al terzo piano corridoio a sinistra“. Adesso che so come arrivare a lei, mi sento molto peggio di come lo ero prima, so che posso averla, ma la forza della ragione mi dice di no: perché quello che accade una volta, non potrebbe accadere mai più, ma quello che accade due volte, certamente accade una terza e una quarta volta e poi ancora. Non avrò più controllo della mia vita, sarà come un vortice che a breve, mi lascerà sul fondo e non avrò più la forza di rialzarmi.
Se non avessi adoperato la forza della ragione non sarei mai riuscito a rinunciare a Diana Dea della luce e dell’amore.
Angelo Bindi
Ho settant’anni e passo del piacevole tempo a scrivere storie di fantasia o vissute, però ho solo l’attestato di terza media e faccio diversi errori di grammatica e altro, però nei racconti metto dentro tutto me stesso.