Orfano – Racconto di Amelia Misitano
Avevano detto le orazioni della sera.
L’ultima preghiera era stata per l’angelo custode affinché vegliasse il sonno di chi non aveva più la mamma ed il papà.
L’edificio era situato lontano dal centro abitato.
Il rumore delle auto, aggiunto alla campanella del pranzo ed all’orologio della chiesa che scandiva le ore, era l’unica cosa certa in un ambiente povero di allegria e di colori.
Andrea guardò il cielo.
C’era una bella luna.
Luna piena e lui vi guardava dentro come a ricercare il viso della mamma.
La camicia che gli avevano dato era troppo grande, vi ci stava due volte e le mani, abituate al lavoro nei campi, ne portavano i segni sulla pelle ruvida e screpolata.
Si mise a letto come sempre, nella grande camerata, e chiuse gli occhi.
La realtà scompariva come la povertà.
Il suo stomaco brontolava perché non era sazio e dai suoi occhi sgorgavano silenziose le lacrime.
Doveva fare attenzione a non farsi scorgere: dominare i singhiozzi, fingere che tutto andasse bene.
Ricordava…
Le sere al calore del camino, l’albero di Natale ricco di luci, le giornate trascorse all’aperto, in estate, vicino al lago.
Ricordi che forse gli avrebbero permesso di sopravvivere, a cui si aggrappava perché non gli si lacerasse il cuore.
Un’altra notte silenziosa.
Pensava…
Quante notti ancora, lì, prima di fuggire!
Intorno un silenzio forzato.
Non era un vero riposo ma una pausa dal dolore di vivere.
D’un tratto un forte boato, un’esplosione: un fuggi fuggi generale.
Andrea non sapeva dove andare, c’era fumo, tossiva, non riusciva a respirare.
Lamenti di grandi e piccoli, mutilati, accecati dalla follia degli uomini.
Eppure era rimasto illeso!
Corse verso la porta che non c’era più ed alla luce dell’alba, due forti braccia lo accolsero.
“É passato. Non ti preoccupare. Ci sono io, non sarai più solo”.
Andrea si abbandonò tra le braccia del suo salvatore, il cuore si quietò.
Il giovane lo portò verso la sua auto.
In silenzio percorrevano le strade, viste dalle finestre dell’orfanotrofio, che ora sembravano l’unica via di salvezza.
Più tardi giunsero in una cittadina.
Mario, l’uomo che lo aveva salvato, lo condusse a casa.
La giornata era luminosa e calda.
Entrati, Mario gli disse: “Andrea, da oggi vivrai con me. L’orfanotrofio è distrutto”.
Il bambino lo guardò.
Sentiva un’energia positiva sprigionarsi da lui che lo teneva per mano.
Assentì.
“Non ho nulla con me. Ho perso i vestiti” sussurrò smarrito.
“Ne compreremo altri” lo rassicurò Mario.
In casa, un quadro con un angioletto attrasse l’attenzione di Andrea.
Si guardò intorno.
L’ambiente era modesto, ma pulito e confortevole
“Ecco, il mio angelo mi ha protetto” disse tra sé Andrea
Mano nella mano Mario e Andrea si avviarono verso una nuova vita.
Amelia Misitano
Amelia Misitano si è laureata in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma. Attualmente insegna in un Istituto Superiore.
Con lo pseudonimo DILETTA MISITANO ha pubblicato
“Gocce di vita” – ed. Coppola 2007
Con il proprio nome AMELIA MISITANO ha pubblicato
“Alba marina” – ed.Temperino Rosso 2016